Come riconoscere una pasta tradizionale?
Basta guardare il colore: deve essere chiaro e non vitreo come il glutine allo stato naturale.
Questo è il segnale di una pasta che ha seguito un processo di produzione di altissima qualità ed è indice di una sostenibilità nutrizionale.
Tradizione e Qualità
Il nostro metodo di lavorazione si basa su alcuni punti essenziali.

100% grani italiani
La materia prima è importante: utilizziamo solo semole di qualità eccellente, ricavate da grani pugliesi, raramente miscelati con grani di altra provenienza italiana, sempre di pari qualità.

Trafilata al bronzo
La scelta della trafilatura al bronzo si spiega con la voglia di ottenere una pasta superficie ruvida e porosa, che cattura meglio i condimenti, come sughi e salse.

Basso livello di Furosina
Meno di 140 mg di Furosina su 100 g di proteine: è il risultato totale di un processo produttivo che garantisce nutrimento e alta digeribilità, preservando la salute.
A proposito di Furosina…
Marilia Tantillo, docente in Sicurezza degli alimenti nel dipartimento interdisciplinare di Medicina dell’Università di Bari, spiega: «Una pasta, per essere salutare, dev’essere sottoposta ad un processo di essiccazione “lento” o “tradizionale” che consideri un suo riposo di 24/60 ore, anche in base al formato, a temperature non superiori ai 60/65°C. Al contrario, quando la base di una sostanza alimentare che contiene carboidrati e proteine, è sottoposta a temperature superiori a 75°C, va incontro alla reazione di Maillard, che nella pasta determina modifiche nutrizionali e organolettiche e genera un composto intermedio: La furosina.» «Alcuni studi recenti hanno dimostrato essere correlate ad alcuni processi infiammatori e a patologie dismetaboliche. Quando tali molecole vengono assunte constantemente e in abbondanza… tendono ad accumularsi nei tessuti e a danneggiarli»
Non tutti seguono questo metodo di lavorazione, guarda il video e scopri nel finale chi lo adotta.